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Dopo Dire i traumi dell'Italia del Novecento. Dall'esperienza alla creazione letteraria e artistica, questo volume verifica l'ipotesi, provocatoria, dell'assenza di traumi collettivi nelle società occidentali dalla seconda metà del Novecento e analizza la sua traduzione nella narrativa, nella poesia, nel teatro e nelle arti plastiche dell'Italia degli anni Zero attraverso una "scrittura dell'estremo" quale compensazione formale ed etica. Rispetto all'assenza di traumi, di esperienza e di testimonianze dirette, da un lato la produzione culturale evoca una memoria ricacciata nelle pieghe del mutismo transgenerazionale che si esprime attraverso scritture neo-storiche e autofinzionali; dall'altro, nell'epoca della globalizzazione, si confronta con la considerazione del dolore altrui reinterrogando la funzione e le forme della mimesis. Ne risulta per la letteratura e le arti degli anni Zero in Italia la ricerca di nuove prospettive che rimettano l'empatia conoscitiva al centro della scrittura.